Trasmissione #7 – Come si comunica lo sport?

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Trasmissione #7 - Come si comunica lo sport?
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Con la settima puntata di Odiare non è uno Sport iniziamo un ciclo di trasmissioni dedicate alla comunicazione nell’ambito sportivo.

Raccontare lo sport, i suoi problemi, le sue storie, ma soprattutto fare emergere tutte le discriminazioni che lo attraversano sta diventando da un lato sempre più cool, ma dall’altro sempre parziale, mentre vengono colpevolmente omesse determinate tematiche. 

Grazie ai contributi delle giornaliste Laura Collinoli e Ilaria Leccardi abbiamo iniziato ad indagare come lo sport è stato raccontato nel passato e come oggi viene narrato, con un particolare focus alle discriminazioni di genere.

Pillola #5: La battaglia dei sessi di Billie Jean King

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Pillola #5: La battaglia dei sessi di Billie Jean King
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In questa pillola rimaniamo nell’oltreoceano per parlare di Billie Jean King, una donna che oltre ad avere raggiunto incredibili risultati nel tennis, ha usato la sua visibilità per lottare per la parità dei diritti tra uomo e donna nello sport ed è stata la prima atleta professionista americana a dichiarare la sua omosessualità, divenendo un icona a livello mondiale. Questa grande donna, con il suo carattere combattivo, ha giocato sempre in attacco, sia nello sport che nella vita, raggiungendo vittorie incredibili nel tennis così come nella lotta per la parità dei diritti tra uomo e donna e contro ogni discriminazione derivata dal genere e dall’orientamento sessuale.

Noi vogliamo ricordare tutto ciò che ha fatto e attendere tutto ciò che ancora farà, combattente, atleta, donna, lesbica, libera e determinata: un esempio per tutti noi.

Trasmissione #5: Briganti Librino, Atletico San Lorenzo e St. Ambroeus

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Trasmissione #5: Briganti Librino, Atletico San Lorenzo e St. Ambroeus
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In questa puntata di Odiare non è uno Sport continua il viaggio di conoscenza delle realtà di sport popolare e indipendente del nostro paese.

Un viaggio da Sud a Nord.  Dai quartieri popolari lasciati colpevolmente in abbandono dalle istituzioni, passando per i quartieri in piena gentrificazione, fino ad arrivare alle periferie delle metropoli.

Conosceremo i Briganti Rugby Librino di Catania, che nel quartiere popoloso e popolare di Librino, tramite la palla ovale aiutano i giovani a liberarsi da quella discriminazione che li vuole cittadini di serie B.

Ci sposteremo a Roma, nel quartiere San Lorenzo, quartiere meticcio. L’ Atletico San Lorenzo porta avanti un’idea di sport inclusiva, antirazzista, antisessista e antifascista. Educando soprattutto i più giovani al rispetto delle diversità.

In ultimo conosceremo il St. Ambroeus di Milano. Una squadra composta da migranti che vivono “segregatati” in centri di accoglienza o CPR. Il calcio per loro è l’unico mezzo di riscatto

Pillola #4 Miha Zupan, quando la disabilità non incontra barriere

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Pillola #4 Miha Zupan, quando la disabilità non incontra barriere
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Miha Zupan è un cestista sloveno. Sordo sin dalla nascita, gioca comunque ad alti livelli in Europa.

Zupan trascorre gran parte della sua infanzia in una scuola speciale per sordi, per imparare a parlare. Ha iniziato a giocare a pallacanestro soltanto a 14 anni. Notato da quello che diventerà il suo primo allenatore, diventa subito la stella della nazionale slovena per sordi. All’età di 17 anni, firma il suo primo contratto con una squadra professionista normodotata, lo Slovan di Lubiana. Nella stagione 2005-2006 con il KD Slovan ha una media di 11,5 punti e 4,4 rimbalzi a partita nella Lega slovena. Le sue statistiche nell’Adriatic League sono forse ancor più impressionanti, considerando che ha giocato solo 23 minuti in quella competizione: infatti Zupan ha prodotto una media di 13,2 punti e 3,9 rimbalzi con un 47,3% nel tiro da tre punti.

Il 24 ottobre 2007, Zupan diviene il primo giocatore sordo in Eurolega, entrando nella partita persa dall’Olimpia per a 80-52 contro il Montepaschi Siena nella settimana di apertura della stagione regolare dell’Eurolega 2007-2008. Partito dalla panchina, segna 5 punti, cattura 3 rimbalzi e offre 2 assist in poco più di 13 minuti di impiego. Nell’agosto 2009, viene acquistato dal club greco Trikala 2000, dove gioca tuttora.

Trasmissione #4 Afro Napoli United

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Trasmissione #4 Afro Napoli United
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In questa puntata conosciamo la realtà dell’Afro Napoli United nata nel 2009. Fin dall’inizio lo spirito della società è stato quello di praticare un calcio diverso, non soltanto inteso come attività fisica, ma soprattutto come lotta a tutte le discriminazioni. Dopo i primi anni in cui l’Afro Napoli ha militato in campionati amatoriali si è deciso di fare il salto di qualità con l’iscrizione al campionato federale. In quel momento la brutta notizia: i regolamenti non permettevano il tesseramento dei calciatori non italiani.

Con Antonio, presidente e fondatore dell’Afro Napoli, abbiamo ripercorso quei momenti che hanno portato alla vittoria di tante battaglie che oggi permettono il tesseramento degli adulti.

Oggi l’Afro Napoli sta investendo moltissimo sul settore giovanile e non soltanto in prospettiva calcistica, ma soprattutto perché il cambiamento della società passa proprio dalle nuove generazioni.

Antonio ci ha raccontato delle tristi storie di discriminazione all’interno dei campi da gioco, ma anche delle storie positive di riscatto.

Con il presidente dell’Afro Napoli abbiamo analizzato il momento particolare che la società tutta e il mondo del calcio sta vivendo.

Pillola #3 La perseveranza di Alfonsina Strada

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Pillola #3 La perseveranza di Alfonsina Strada
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Un’incredibile donna, Alfonsina Strada, che creerà i presupposti per il ciclismo al femminile, in un modo certamente coraggioso e inaspettato.

È la prima donna a partecipare al giro d’Italia. È il 1924 e il giro è un vero e proprio tour de force, 3.613 km, suddivisi in 12 tappe, dal 10 maggio all’1 giugno, con soli 11 giorni di pausa per recuperare le energie e 90 partecipanti. Le strade sono in gran parte sterrate e piene di buche e le biciclette dell’epoca pesano oltre 20 chili e non hanno il cambio. Tutti i tratti in salita sono portati a termine solamente con la forza delle gambe e Alfonsina, correndo senza squadra, deve fare tutto da sola, senza mezzi di appoggio al seguito. Solo 30 dei 90 iscritti arrivano fino alla fine del Giro d’Italia del 1924 e tra questi, seppur fuori classifica, c’è Alfonsina Strada, che viene accolta da una grande pubblico al termine dell’ultima prova. Alfonsina dimostra a tutti, anche a quelli che non la volevano vedere in una competizione maschile, che può competere con gli uomini e batterne molti. È la prima e unica donna ad aver partecipato al Giro d’Italia maschile.

Trasmissione #3 I linguaggi e le immagini dell’hate speech

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Trasmissione #3 I linguaggi e le immagini dell'hate speech
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In questo terzo appuntamento siamo in studio in compagnia di Francesca Masserdotti, psicologa, giocatrice e allenatrice di volley, insieme alla quale affrontiamo il tema dell’hate speech nel mondo dello sport. In particolare andiamo ad approfondire il discorso della visibilità dell’hate speech, soprattutto in rapporto con gli strumenti che offre la rete in questo periodo storico. Attraverso la sua esperienza nel mondo della pallavolo, Francesca ci racconta di episodi che avvengono direttamente in campo o sugli spalti delle partite, insulti a sfondo sessista, ma pone anche l’attenzione sul linguaggio che è stato usato dalle istituzioni che rappresentano lo sport in Italia. Ci racconta anche di come, attraverso la polisportiva in cui allena e gioca, la San Precario di Padova, sia stato possibile contrastare questi fenomeni. Infine, ci spiega come sia trattato questo tema dal giornalismo sportivo e l’importanza di testate come quella per cui le stessa scrive, Sport alla Rovescia, in cui lo sport viene raccontato in maniera differente rispetto al giornalismo mainstream.

Pillola #2 – Il coraggio di Alice Coachman

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Pillola #2 - Il coraggio di Alice Coachman
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Alice Coachman, quinta di dieci figli, definita “maschiaccio”, viene inizialmente scoraggiata a fare sport, soprattutto dal padre, che teme per la sua sicurezza in quanto donna e afroamericana, in una società ancora nel pieno della segregazione razziale. Alice vince nella sua carriera 25 campionati nazionali tra cui 10 titoli consecutivi nel salto in alto tra il 1939 e il 1948. Durante i primi anni della sua carriera sportiva le Olimpiadi sono sospese a causa della Seconda Guerra Mondiale, ma nel 1948 ha la sua grande occasione. È la 14esima Olimpiade moderna a Londra ed Alice, nonostante soffra di problemi alla schiena e abbia da poco superato i 25 anni di età, vince la medaglia d’oro e stabilisce il record olimpico nel salto in alto davanti a 83000 persone, con 1.68 m, record imbattuto per 8 anni. È la prima atleta afroamericana a vincere una medaglia alle Olimpiadi. Si batterà per tutta la sua vita contro le discriminazioni razziali e per aiutare giovani atleti ed ex sportivi in difficoltà finanziarie.

Trasmissione #2 – La formazione

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Trasmissione #2 - La formazione
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In questa seconda puntata siamo in compagnia di Serena Salerno dell’ONG Amici dei Popoli, una realtà che si snoda tra Padova e Bologna che si occupa di educazione alla cittadinanza globale, per parlare di formazione.  Serena ci racconta di come Amici dei Popoli si occupi di formazione rivolta ai minori, soprattutto nelle scuole e nelle società sportive, con l’intento di fornire ai ragazzi gli strumenti per fronteggiare l’hate speech. 

Faremo poi una chiacchierata con Chiara Palazzetti di FormaAzione, società che si occupa di formazione per minori e adulti, con l’intento di fornire un’educazione che contrasti i discorsi d’odio. Infine, andremo ad affrontare il tema dell’hate speech con Giorgia Beccaria di LVIA, associazione di cooperazione culturale che si occupa da oltre cinquant’anni di tematiche legate alla solidarietà, alla pace e all’antidiscriminazione.

Durante questa puntata, le nostre ospiti hanno spiegato quanto sia importante, soprattutto con minori e in un contesto sportivo, il discorso della formazione e dell’educazione all’interno del problema dell’hate speech, per poter contrastare questo fenomeno sia online che nella vita di tutti i giorni.

Trasmissione #1 – Il progetto

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Trasmissione #1 - Il progetto
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La prima trasmissione di Radio Sherwood del ciclo “Odiare non è uno sport” ha avuto come leitmotiv la presentazione del progetto, che è stato promosso dall’ong CVCS in partenariato con 7 ong italiane con ampia esperienza nell’educazione alla cittadinanza globale ( ADP, CeLIM, CISV, COMI, COPE, LVIA, Progettomondo.mlal),  la federazione sportiva CSEN, le agenzie formative FormaAzione, SIT e SAA-School of management,  Informatici senza Frontiere per lo sviluppo delle soluzioni tecnologiche e Tele Radio City e Ong 2.0 per la campagna di comunicazione. 

Ospiti della trasmissione sono state Sara Fornasir, referente italiana delle attività di CVCS – ong che elabora e realizza progetti di co-sviluppo in diversi Paesi del Sud del Mondo -, Silvia Pochettino, giornalista e fondatrice del network Ong 2.0, e Lorenza Pillon di Informatici senza Frontiere, ONLUS che opera nel settore della democrazia digitale.

Le ospiti, oltre a spiegare le attività generali del progetto e quelle specifiche della propria realtà, hanno contestualizzato le ragioni che hanno spinto a costruire un sodalizio che si ponesse come obiettivo quello di contrastare i fenomeni di hate speech che si stanno diffondendo sempre di più, a livello virtuale quanto nella vita reale, in particolare nel mondo dello sport dilettantistico. In particolare sono stati trattati due focus: quello degli strumenti digitali che permettono di conoscere e intervenire direttamente sul fenomeno, e quelli legati alla comunicazione in rete che, a partire dall’acquisizione di big-data, sia capace di combattere l’hate speech sul suo stesso terreno riproduttivo, creando contro-narrazioni, nuovi codici linguistici positivi.