Con 7 ori e 4 argenti olimpici, Vera Caslavska, è la ginnasta con più titoli olimpici a livello individuale. È l’unica ginnasta della storia, sia maschile che femminile, ad aver vinto l’oro olimpico in ogni specialità individuale.
Vera decide di schierarsi anche politicamente, firmando il Manifesto delle 2000 parole, pubblicato nel giugno del 1968 dallo scrittore Ludvìk Vaculìk, un testo fortemente critico nei confronti del passato del Partito Comunista cecoslovacco e una speranza per il cambiamento.
In quell’anno inizia e finisce con i carri armati sovietici per le strade della città, la primavera di Praga, il tentativo del riformista slovacco Alexander Dubcek di liberare la Cecoslovacchia dal controllo dell’Unione Sovietica. Le riforme della Primavera di Praga sono state un tentativo da parte di Dubcek di concedere nuovi diritti ai cittadini, allentando anche le restrizioni presenti sulla libertà di stampa e di movimento.
Vera si schiera pubblicamente a favore di Dubcek e quando l’Unione Sovietica invade la Cecoslovacchia è costretta a nascondersi nelle campagne della Moravia. Le viene tolta la possibilità di allenarsi insieme alle altre ginnaste e anche la sua partecipazione ai Giochi Olimpici di Città del Messico è in forse.
Vera non si arrende e continua i suoi allenamenti anche senza una palestra, sollevando sacchi di patate e usando i pochi mezzi a disposizione. «Rimasi completamente isolata per tre settimane, ma continuai ad allenarmi», racconta nel 1990 al Los Angeles Times. «Le ginnaste sovietiche erano già in Messico per adattarsi all’altitudine e al clima, mentre io mi appendevo agli alberi, mi esercitavo nel corpo libero sul prato davanti al mio cottage e mi facevo venire i calli alle mani spalando carbone».
La storia di una donna che ha voluto sfidare tutte le sfide che le si sono presentate davanti