Nel secondo episodio, esploriamo le discriminazioni razziali nella danza, una disciplina spesso femminilizzata e vista più come arte che sport. Pur mantenendo il focus sul livello dilettantistico per contrastare l’invisibilità dello sport amatoriale, l’episodio affronta anche eventi di cronaca più noti. Nella danza, le micro aggressioni, l’omogeneità bianca e la denigrazione delle danze non europee sono ancora comuni in ambienti amatoriali e professionali. Tuttavia, ci sono anche esempi di resistenza antirazzista, studio di altre culture e sfida ai canoni tradizionali. Vogliamo quindi rompere il silenzio su questi casi di discriminazione e valorizzare le iniziative che utilizzano la danza per promuovere la pluralità culturale e combattere la marginalizzazione.
Nell’approfondimento partiamo dalla storia della danzatrice nera Chloé Lopes Gomes dello Staatsballett di Berlino che ha denunciato diversi episodi di razzismo e ascoltiamo le voci di Manuela De Luca, direttrice della Royal Academy di Danza con sede italiana a Trento, la quale parla di come il mondo della danza stia devolvendo, e della ballerina e docente di ballo Nadege Okou, nata e cresciuta a Milano e con origini della Costa d’Avorio, che approfondisce cosa voglia dire studiare danza in italia, nelle accademie e nelle scuole di provincia, da persona Black.
Ascoltalo qui: EPISODIO NUMERO 2 | La danza non è una cosa per donne